Distaccarsi dai luoghi che ci hanno riempito il cuore di gioia è sempre difficilissimo. Per quanta attenzione facciamo, ci trattengono. In quest’ultimi lasciamo pezzetti di noi stessi sulle fronde degli alberi, in un paesaggio, in una nuvola di passaggio. Lasciamo piccoli stralci della nostra vita.
Questo per noi accade sempre nel nostro amato Trentino Alto Adige.
Come vi raccontavo nell’articolo precedente, questa estate siamo ritornati in questa terra per vivere nuove incredibili avventure tre le mastodontiche Dolomiti. Abbiamo percorso con gli scarponi entusiasmanti sentieri di trekking in cui il rigoglio della natura ammanta sponde rocciose, esplorando rifugi e scoprendo panorami fiabeschi da inserire nell’album dei nostri ricordi più belli.
In questo racconto voglio portarvi con me alla scoperta di strabilianti escursioni che ci hanno fatto brillare gli occhi di amore. Toccheremo nella Val d’Ega il Rifugio Torre di Pisa (2671 m) , per poi spostarci nella Val di Fassa scoprendo i Rifugi Viel Dal Pan (2432 m), Roda di Vael (2283 m) e Vallaccia (2275 m).
Pronti?
Annodate i lacci dei vostri scarponi, zaini in spalla e diamo inizio a questa avventura tra le vette stupefacenti delle Dolomiti.
Rifugio Torre di Pisa
- Località: Dolomiti del Latemar
- Partenza: Obereggen
- Quota massima raggiunta: 2671 m.s.l.m.
- Tempo di percorrenza: 8 ore totali (comprese soste)
- Difficoltà: difficile
Il sentiero di trekking che conduce al Rifugio Torre di Pisa è stata una delle escursioni più incredibili, e allo stesso tempo più impervie, che abbia mai fatto fino ad oggi. Un’avventura emozionante che custodirò sempre nel cuore.
Il trekking inizia da Obereggen (in provincia di Bolzano) e permette di addentrarsi nel cuore delle meravigliose Dolomiti del Latemar.
Pian piano il sentiero che conduce verso la Forcella dei Camosci abbandona gradualmente la vegetazione per attraversare i ghiaioni che si trovano alle pendici del Latemar: già da qui il paesaggio è estremamente incantevole!
Arrivati qui, immancabile l’acquisto della spilletta da collezione e il meritato piatto di canederli, uovo e speck. Il tutto viene reso ancora più magico grazie alla vista che circonda tutto il Rifugio: lo sguardo viene attirato dalle scure rocce vulcaniche che caratterizzano la catena del Lagorai, che si contrappone alle chiare rocce dolomitiche delle limitrofe Pale di San Martino o del Latemar stesso. Per ritornare bisogna ripercorrere lo stesso sentiero.
Rifugio Viel Dal Pan
- Località: Val di Fassa
- Partenza: Passo Fedaia (lago di Fedaia)
- Quota massima raggiunta: 2432 m.s.l.m.
- Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza totali (compreso soste)
- Difficoltà: EE (per esperti)
Il sentiero Viel dal Pan è senza dubbio uno dei più panoramici di tutto l’arco alpino. La sua spettacolarità raggiunge l’apice della bellezza non solo grazie alla maestosità della regina delle Dolomiti, la Marmolada 3343 m , ma anche perché qui si è circondati a 360 gradi da ambienti unici che solo in questa zona si possono ammirare.
Ma perché si chiama proprio così? Perché si percorre una parte della Via Alpina Viel dal Pan, cioè il Sentiero del pane. Questo era il nome di un vecchio sentiero su cui si svolgevano scambi commerciali tra le valli di Fassa, Arabba, Vadia e Zoldana. La nostra escursione è iniziata dal lago di Fedaia dove abbiamo lasciato l’auto. Da qui si seguono le indicazioni per il sentiero 601 Viel dal Pan.
Questo primo tratto di sentiero è caratterizzato da una salita a tornanti, abbastanza ripida, stretta ed esposta.
Anche questo trekking sento di consigliarlo solo a chi è esperto!
Si prosegue sempre in pendenza tagliando ripidi pendii erbosi e rocce. Il panorama, pian piano che si sale, diventa sempre più incredibile: il ghiacciaio della Marmolada e le scintillanti acque del lago Fedaia ci accompagnano per tutto il tragitto divenendo una cartolina da lasciar senza fiato!
Il Viel del Pan si presenta come un verde balcone panoramico su tutte le montagne che chiudono la Valle dell’Avisio e lo spettatore più fortunato sei tu in quel momento con un posto in prima fila!
Dopo aver superato questo tratto, si giunge finalmente al cospetto dell’incantevole Rifugio Viel dal Pan. Siamo a quota 2432 m.
Anche in questo caso arrivati alla meta ci siamo lasciati inondare dal fascino del paesaggio che ci abbracciava. Vivere queste esperienze ti permette di guardare il mondo da tutta un’altra prospettiva, quella dell’incanto e della meraviglia.
Rifugio Roda di Vael
- Località: complesso Catinaccio/Rosengarten
- Partenza: passo Costalunga
- Quota massima raggiunta: 2283 m.s.l.m.
- Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza totali (comprese soste)
- Difficoltà: medio/facile
Il Rifugio Roda di Vael permette di godere di uno splendido paesaggio nelle Dolomiti del Gruppo del Catinaccio: lo sguardo spazierà dalla Marmolada, Pale di San Martino, Piz Boe, Tofane fino ai piedi delle pareti della cima Roda di Vael!
Nell’ultimo tratto della salita il sentiero si stringe e cominciano ad apparire le rocce e roccette che caratterizzano il paesaggio dolomitico. Nel tratto finale della salita, ci si ritrova davanti alle maestose pareti rocciose delle cime del gruppo del Catinaccio.
Il Rifugio si manifesta in tutto il suo splendore circondato da vette acuminate e imponenti. D’obbligo sostare qui per una pausa golosa, ma anche per godere appieno dello splendido spettacolo che la natura regala.
Se vi avanza del tempo, dopo il ritorno dal Rifugio, vi consiglio, come abbiamo fatto di noi, di riempirvi gli occhi di nuova incredibile meraviglia facendo sosta al Lago di Carezza. Per noi è stata la seconda volta qui, ma esattamente come la prima ci ha incantato e ammaliato! Qui potrete leggere di più su questo luogo descritto da mistero e leggenda.
Rifugio Vallaccia
- Località: Val di Fassa
- Partenza: Camping Vidor
- Quota massima raggiunta: 2275 m.s.l.m.
- Tempo di percorrenza: 3 ore totali (compreso soste)
- Difficoltà: facile
Il Rifugio Vallaccia sorge nella Val Monzoni, un luogo dove si respira un vero senso di pace e tranquillità godendo di viste spettacolari. Si trova sotto la cima della Vallaccia e del Cima 11, in una posizione molto panoramica sul gruppo della Marmolada.
Il sentiero per raggiungerlo inizia dal parcheggio gratuito nei pressi del camping Vidor. La passeggiata tocca inizialmente la malga Crocifisso, per poi raggiungere la malga Monzoni.
Si può, volendo, anche evitare questo tratto a piedi usufruendo del servizio bus navetta che parte proprio dalla fermata di fronte al camping Vidor e i ticket si possono acquistare direttamente a bordo. Il costo della singola corsa è di 6,50 euro.
Una volta raggiunta la malga Monzoni il sentiero da seguire è il numero 624. Vi segnalo che con tale numero troverete due vie, io vi consiglio di proseguire verso il sentiero “nuovo” 624, molto più dolce. meno ripido e tutto immerso nel bosco.
Il panorama che si può ammirare sembra uscito da una favola: le verdi pareti della catena del Monzoni creano un contrasto meraviglioso con l’azzurro del cielo terso sopra di noi. Completano questo quadro fiabesco le casette in legno che scorgiamo lungo il percorso, fino a vedere in lontananza il piccolo Rifugio Vallaccia.
Da qui si intraprende l’ultima salita fino ad arrivare alla meta. In tutto il suo candore si presenta il Rifugio Vallaccia 2275 m.
Sembra uscito dal cartone animato di Heidi, e non sembrerebbe assurdo se ci venisse incontro il cagnone Nuvola. Il rifugio ameno, costruito in legno e pietra ci accoglie con un paesaggio attorno splendido.
La vera chicca di questo luogo è il silenzio che si respira. Una pausa con dolcetti tradizionali ci ha riempito di magnifica quiete animo, corpo e cuore. Il tutto accompagnato dalla magnificenza della stupenda valle con la catena del Monzoni a farne da contorno.
Amo la montagna, amo esplorarla con i sentieri di trekking che la punteggiano.
Amo le chiare mattine dove la sveglia suona prestissimo e ad accompagnarti c’è l’euforia e suoni silenziosi e melodiosi.
Amo percorrere quelle vie costellate da foglie, alberi e vette aguzze descritte dal vento e dal sole.
Amo gli odori inconfondibili che riconosci ad ogni passo: di abeti, di legna, di bosco, di funghi, di muschio, di meraviglia, di cieli azzurri intenso, di dolci di zucchero e di nuove pagine del libro della nostra vita da continuare a scrivere e leggere.
Grazie Trentino Alto Adige per essere casa quando siamo lontani da casa.
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