In primavera, quando le giornate sono ancora fresche e il sole splende in un cielo azzurro terso, siamo sempre pronti, da amanti incalliti del trekking, a dirigerci alla scoperta di nuovi ed entusiasmanti sentieri da percorrere in Costiera Amalfitana.
Ricca di paesaggi e spiagge mozzafiato è una delle perle della nostra Penisola. La sua costa oltre però ad offrire l’azzurro adamantino delle sue acque e calette nascoste, come vi ripeto ogni volta, tra i suoi Monti Lattari, occupa soprattutto un affaccio invidiabile sul Mar Tirreno, ammirabile tramite numerose e meravigliose escursioni.
Oggi conosceremo insieme il panoramico sentiero che conduce alla bellissima Torre dello Ziro.
Il percorso per raggiungerla non è particolarmente difficoltoso e può essere adatto anche a famiglie con bambini. La partenza è dal borgo di Pontone, ai piedi dell’omonimo monte, e si snoda in salita, in una natura rigogliosa con vedute uniche, fino alla cima dove si può ammirare questa incredibile fortificazione che conta più di 500 anni.
Camminare su questo sentiero non solo ritempra mente e corpo, ma regala anche una grande conoscenza sulla storia del luogo: la Torre dello Ziro ha origini molto antiche, qui si sono avvicendati re e cavalieri, oltre ad essere culla di una singolare leggenda ossia quella di Giovanna la Pazza e del Granducato di Amalfi.
Ho destato la vostra curiosità?
Vediamo allora insieme questo straordinario percorso scoprendolo passo dopo passo.
Sentiero Torre dello Ziro
Il sentiero è di media difficoltà, conta numerosi scalini e tratti in salita. La durata è di circa 2 ore totali comprese le soste. L’escursione ha come punto di partenza il medievale borgo di Pontone, che dista a pochi minuti da Ravello.
Durante il cammino si possono ammirare ampi scorci gettanti su una vegetazione verdeggiante e caratteristica della flora mediterranea. Un tripudio di colori e profumi che inebria i sensi, passo dopo passo, tramutandosi in un giardino odoroso.
La visuale si perde continuamente in una vista panoramica d’eccezione: il mare blu profondo che incornicia le incantevoli Atrani e Amalfi con tutto il magnifico Golfo di Salerno incantano. Una boccata di bellezza e meraviglia a 360 gradi!
Dopo una mezz’ora, spicca su uno sperone di roccia, protendendosi verso il mare, la Torre dello Ziro con uno stretto camminamento, cinta da mura merlate.
L’ingresso alla Torre è libero e non appena si entra in questo luogo, di antichissime origini, lo stupore e qualche brivido si mescolano in sensazioni adrenaliniche. L’interno inizialmente è molto buio, dopo poco la luce diventa più intensa, e si inizia a salire una lunga scalinata che conduce su un punto osservatorio che lascia letteralmente senza parole.
Si riflettono l’una nell’altra, nitidissime, le magnifiche Atrani e Amalfi abbracciate dalla natura circostante. In particolare si possono ammirare in lontananza Ravello e Villa Cimbrone che degradano, come una gigantesca scalinata, verso Atrani, trasformandosi in un quadro di Escher.
Da qui ci si catapulta in una favola di altri tempi tra principesse, principi e condottieri. Un luogo pregno di autentica bellezza e magia.
Ma la spettacolarità del sentiero non si conclude qui. Percorrendo un’altra stradina in salita, adiacente alla Torre, si può raggiungere il Belvedere. Da qui, in un’unica fotografia, ci si perde in un paesaggio stupefacente potendo godere, da una prospettiva ancora più affascinante, la Torre dall’alto in tutto il suo splendore.
Ci si sente sospesi tra cielo e mare!
Per ritornare al punto di partenza vi basterà riseguire il sentiero al contrario.
Piccolo consiglio per voi: ritornati al borgo di Pontone, qualora avesse ancora tempo sufficiente, potete seguire il sentiero con le indicazioni per la Valle delle Ferriere, un altro luogo incantato da non perdere (noi l’abbiamo visitato un anno fa). Dopo un susseguirsi di terrazze di limoneti, vigneti e graziosi orti si verrà attirati sempre di più dal rumore dello scorrere dell’acqua e volgendo lo sguardo in alto, la luce rimbalza su alti speroni di calcari e dolomie. Cascatelle, giochi d’acqua e torrenti rendono la Valle delle Ferriere un’oasi fatata, dove la mente si perde tra le innumerevoli bellezze nascoste della natura.
Un percorso tra storia e leggenda
Questo luogo, oltre ad essere interessantissimo per l’eccezionale sentiero a picco sul mare, è conosciuto anche per essere il maschio del Castello di Scalella in Pontone. Attorno a questa Torre sono infatti numerosi gli avvenimenti della storia che si sono susseguiti e, al contempo, molte le leggende che la descrivono.
Innanzitutto perché si chiama dello Ziro? Si narra che questa denominazione è dovuta alla particolare forma cilindrica della torre che ricorderebbe i tipici vasi che venivano utilizzati per conservare olive o cereali che in arabo erano chiamati “ctiri”.
Questa torre è stata sicuramente, grazie alla posizione strategica sul golfo, soprattutto un importante punto di avvistamento. Fu voluta dal potente Ducato di Amalfi, e faceva parte della fortezza nota come Castrum Scalelle (il Castello di Scalelle).
Ma questa torre è nota non soltanto per il grande aiuto nella difesa del territorio, ma è conosciuta anche e soprattutto per la tragica vicenda del sedicesimo secolo legata a Giovanna d’Aragona.
La storia di questa donna è molto triste: Giovanna, figlia del Re Enrico di Aragona, si era sposata con il Duca di Amalfi alla veneranda età di 12 anni. Solo dopo due anni rimase vedova del marito e da questa tragica perdita i suoi comportamenti insoliti le valsero il soprannome di “Pazza”. Per amministrare il patrimonio lasciatole in eredità dal consorte, si era avvalsa dell’aiuto del maggiordomo di corte, il patrizio Antonio Beccadelli di Bologna. Tra i due nacque una relazione clandestina che portò a un matrimonio segreto e alla nascita di tre figli. Il fratello di Giovanna, il cardinale Luigi d’Aragona, volle abolire questa relazione decidendo di rinchiudere la sorella e i tre figli nella Torre dello Ziro facendoli morire murati vivi.
Questa tragedia è stata raccontata in moltissimi romanzi e ha trovato voce in numerose opere teatrali. Il primo a narrare di Giovanna d’Aragona è stato il novellista Matteo Bandello.
Questa escursione alla Torre dello Ziro è custode di un patrimonio storico e culturale sorprendente. Esplorarlo permette di scoprire le tracce del suo passato e di godere di splendidi paesaggi tra terra e mare: queste giornate, da vivere seguendo il percorso disegnato dal corso del sole, ricaricano di un’energia incommensurabile.
Spero come sempre di avervi incuriosito e lasciato le giuste informazioni per intraprendere anche voi questa avventura tra i gioielli nascosti della Costiera Amalfitana.
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Altopiano di Santa Maria dei Monti
Ci rileggiamo alla prossima escursione.
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