“Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli.”
Con questa emblematica ed emozionante citazione di Luciano De Crescenzo, vi conduco con me nella lettura di questo racconto che darà inizio ad una nuova rubrica dedicata alla mia magnifica città: Napoli.
Sempre più spesso dalla mia community – ammaliata dalle bellezze che condivido tramite i miei scatti soprattutto sul mio profilo Instagram – ricevo tantissimi messaggi in cui mi vengono richiesti dei consigli su cosa vedere e fare a Napoli.
Napoli è una città poliedrica, pullulante di storia, arte, leggende, colori, folclore e meraviglie paesaggistiche. E’ un museo e teatro a cielo aperto. E’ fusione di calore del sole e accoglienza del popolo. E’ il blu del cielo e del mare che si abbracciano. E’ quel piatto buono buono che ti resta in bocca e nel cuore. E’ il vociare nei vicoli stretti, ed il silenzio assordante di scorci che lasciano senza parole.
E’ un vortice di emozioni che ti restano addosso per una vita intera. E’ una città che non smette di combattere, stupire e affascinare con la sua autenticità.
Se anche voi siete vogliosi di immergervi in queste emozioni esplorando i luoghi magici di Napoli, seguitemi in questa passeggiata inebriante per l’anima e gli occhi. Partiremo dai gradoni della singolare strada della Pedamentina, perdendoci poi nell’arte e nella storia della Certosa di San Martino, soffermandoci, infine, ad ammirare stupefacenti panorami dal Castel Sant’Elmo.
Info utili per come arrivare:
La zona da raggiungere è Vomero San Martino. Se non siete muniti di auto, potete utilizzare dal centro di Napoli la Linea metro L1 fermata stazione Vanvitelli. In alternativa, la Funicolare di Montesanto (stazione Morghen, proseguire a piedi fino al Largo San Martino per circa 7 minuti).
Pedamentina
Napoli è una città attraversata anche da scale, scalini, gradoni, rampe, salite e discese, che definiscono una mappa articolata che collega le colline con il mare, ponendola nel suo contrasto più accentuato ossia tra caos cittadino e pace dei belvedere.
La Pedamentina (da “pedemontanus”, ai piedi della collina) è una di queste stradine nascoste fatta di gradini, che svelano un’altra Napoli da esplorare a passo lento.
È in assoluto la prima strada costruita sulla collina, nata nel XIV secolo, dagli architetti Tino di Camaino e Francesco de Vito, come arteria per favorire il trasporto dei materiali necessari alla costruzione della Certosa di San Martino.
Venne più volte anche dotata di sistemi di difesa contro chi intendeva assediare Castel Sant’Elmo, evolvendosi nei secoli fino ad assumere l’aspetto attuale.
Questa della Pedamentina è una passeggiata estremamente suggestiva per conoscere un altro lato di Napoli. I suoi ben 400 gradini che collegano il centro storico con la Certosa e il Castel Sant’Elmo, rappresentano un’importante testimonianza storica e urbanistica oltre ad offrire un panorama spettacolare su tutto il golfo.
Scrutare questi passaggi e strettoie è un’esperienza affascinante, poiché ogni angolo in cui i nostri occhi si posano sembrano avere una vita propria, lontani dal trambusto della città.
In uno degli edifici che si affacciano sulle scale della Pedamentina, soggiornò addirittura il poeta Charles Baudelaire, attratto dalla suggestione di questi vicoletti.
Napoli è risaputo che è una città di mistero e leggende e anche la Pedamentina è protagonista di alcune di esse. Lungo le scalinate, molti giurano di aver visto un fantasma che si divertirebbe a spaventare i passanti. Qualcuno l’ha visto entrare ed uscire dalle mura, altri l’hanno sentito urlare o ridere. Legata alla scalinata c’è anche un’altra leggenda ossia quella che nei pressi di un vecchio cancello, passando di lì di notte, si udirebbero dei pianti e dei lamenti. In quel luogo infatti, le guardie reali uccidevano i nemici e lasciavano i corpi nei sotterranei in pasto ai topi.
Un luogo che incanta, stupisce e incuriosisce, ma soprattutto che ci conduce sulla sommità del colle che domina sull’intera città e dal quale è possibile ammirare un paesaggio unico soffermandosi presso la Certosa di San Martino e il Castel Sant’Elmo.
Certosa di San Martino
La Certosa di San Martino insieme al Castel Sant’Elmo offrono l’incomparabile bellezza della città di Napoli osservandola a 360 gradi: da Posillipo a Capri, alla penisola sorrentina, per giungere poi al Vesuvio e Capodimonte, entrando nei vicoli dei Quartieri Spagnoli e di Spaccanapoli. Storia e opere d’arte sorvegliano dall’alto il golfo.
La Certosa è stata costruita nel 1325 da Tino di Camaino per volere di Carlo di Calabria, primogenito di Roberto d’Angiò. Questa conta circa cento sale, due chiese, un cortile, quattro cappelle, tre chiostri e giardini pensili, rappresentando uno dei maggiori complessi monumentali religiosi della città, e uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca.
Dell’impianto originale resta però pochissimo: il complesso che oggi ammiriamo è stato realizzato tra il 1581 ed il 1723 ad opera di tre grandi architetti, il fiorentino Giovanni Antonio Dosio, il bergamasco Cosimo Fanzago ed il napoletano Nicola Tagliacozzi Canale, i quali rispecchiarono nell’opera le influenze artistiche dei loro tempi, dallo stile rinascimentale al barocco ed rococò.
Di particolare suggestione sono i due chiostri visitabili del complesso: il Chiostro Grande costituito dal cimitero dei certosini e dalle statue del loggiato, dai busti dei santi certosini sui portali, dal finto pozzo e da numerosi alberi da frutto. E’ considerato uno splendido esempio dell’arte napoletana seicentesca.
Il Chiostro Piccolo, detto anche Chiostro dei Procuratori, è un’opera del Dosio, attraverso di esso si giunge ai giardini e alle sale del Museo Nazionale.
I Giardini della Certosa sono l’esempio di quando un giardino diventa paesaggio. Un posto senza tempo, antico e moderno, uno di quei rari giardini che sanno lasciare la parola alle piante, al panorama e alla storia che lo celebra. Una piccola oasi che regala armonia e rifugio dagli affanni del mondo.
Castel Sant’Elmo
Castel Sant’Elmo è un castello medievale, il primo per grandezza tra i 7 castelli di Napoli. Oggi è adibito a museo, e sorge nel luogo dove vi era, a partire dal X secolo, una chiesa dedicata a Sant’Erasmo (protettore dei marinai), ed è da qui che deriva il nome che porta oggi, ossia Elmo.
La costruzione del castello risale intorno al 1275, come una residenza fortificata angioina, denominata Belforte; fu successivamente Roberto d’Angiò a volerne l’ampliamento del palatium e l’incarico fu affidato a Tino di Camaino. Con la sua posizione privilegiata è protagonista della storia di Napoli da 700 anni comparendo in tutti i dipinti e divenendo uno dei luoghi più fotografati.
In parte ricavato dal tipico tufo giallo napoletano, trae origine da una torre d’osservazione normanna di importanza strategica per la difesa della città dalle invasioni provenienti dal mare.
Il castello che conosciamo oggi, con la sua forma peculiare a sei punte (unica fortificazione al mondo ad avere tale aspetto) è pero merito dell’architetto Pedro Luis Escrivà. Con tale struttura il Castel Sant’Elmo venne anche definito “fortezza invincibile”.
Nei secoli però quest’ultimo si trasformò in carcere rimanendo in mano ai militari. Fu solo nel 1978 che il Ministero della Difesa cedette il castello al demanio civile, e nel 1988 la fortezza fu aperta alla cittadinanza divenendo oggi la terrazza per eccellenza del Vomero dalla quale ammirare un paesaggio senza eguali.
Con la sua posizione incantevole, per l’appunto sulla collina di San Martino al Vomero a 250 m s.l.m., gode e fa godere di una vista mozzafiato dai suoi larghi spalti su tutta la città, sul Vesuvio che primeggia, sul lungomare, fino a giungere alla bellezza delle isole di Capri, Ischia e Procida. Un abbraccio che avvolge, fa innamorare e incanta. Per i più romantici vi consiglio di salire sul castello all’ora del tramonto, lo spettacolo al quale assisterete sarà uno dei più memorabili della vostra vita.
Segnatevi questo luogo per una vostra futura visita a Napoli sarà un viaggio che vi riempirà il cuore di eterna bellezza.
Mi piace raccontarvi anche della mia città, perché in questo modo è come se mi prendessi cura di essa, e dunque di un frammento di mondo.
Ci rileggiamo nel prossimo articolo con nuove “tips” da aggiungere nelle vostra lista di viaggio.
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