Ci sono viaggi che hanno il potere di cambiarti dentro, arrivano all’improvviso coinvolgendoti.
Sorprendendoti sono capaci di restarti addosso come un profumo, con qualche dettaglio, nonostante le folate di vento improvvise.
Sono quei viaggi che conservano gentilezza di volti nuovi, di sorrisi sinceri e di baci speziati. Il mio viaggio a Marrakech è uno di questi viaggi tessi di favole, cieli azzurri e un po’ di poesia.
Lo ricorderò perché è arrivato nel momento giusto e a lui ho affidato i miei pensieri, lasciando affondare quelli brutti. Mi ha fatto comprendere di più me stessa, i miei punti deboli e le mie fragilità, ma soprattutto quanta strada ancora debba fare per acquisire forza e sicurezza, abbattendo i muri di difesa con i quali mi proteggo.
Lo ricorderò per i suoi paesaggi sconfinati, per i tramonti toccanti e per la felicità avvolgente. E quando questa arriva me la prendo senza esitare!
Ma più di tutto gli lascerò un posto speciale nel cuore perché è stato il mio primo viaggio di gruppo. Quindici compagni di avventura, inizialmente sconosciuti, ma uniti tutti sotto una grande e forte passione: scoprire il mondo. Grazie a Paolo Balsamo, e a Gionata Smerghetto, e alla professionalità dell’agenzia di viaggi BLU VACANZE ROMA TUSCOLANA, tutto questo è stato reso possibile. L’emozione di sentirci poi dopo poche ore non solo compagni di viaggio, ma amici di condivisione di “cose belle” , ha avvalorato ancora di più quanto viaggiare possa unire! Perciò grazie a tutti i miei ormai amici per aver vissuto insieme questo viaggio, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa di genuino che ricorderò sempre con affetto.
Marrakech quanto mi hai fatto sognare!
Viva, colorata ed eclettica è una delle città più grandi del Marocco. Come un vortice incessante è stata in grado di (s)travolgerci trasportandoci in luoghi che sembrano usciti direttamente dalle fiabe delle Mille e Una Notte.
Ed è per questo che voglio condurre anche voi con me, passo dopo passo, in questa meravigliosa avventura.
Immaginate e sognate: sognando esistiamo.
Ma cosa vedere a Marrakech?
Antichità e modernità convivono in questa città tra la “vecchia” Medina e la New City circondata da lussuosi Resort, negozi griffati ed enormi strade. Dai caotici “souk” alla spettacolare Piazza El Fna, dagli azzurrissimi Giardini Majorelle alla pace dei Giardini Segreti, vi lascio il racconto del nostro viaggio descrivendovi le cose assolutamente da fare e vedere se vi trovate nella fiabesca e sognante Marrakech.
Le Mille e Una notte a MARRAKECH
Imbarcati dall’aerepporto di Roma Ciampino, con la compagnia Ryanair dopo 3 ore e 20 di viaggio, Marrakech ci accoglie con un sole gentile, avvolgente e pieno dell’affettuosa ospitalità del suo popolo.
Atterriamo su una una città verde di palme e alberi da frutto, incastonata nella terra rossa del Marocco, a poche ore dal deserto.
L’aeroporto di Marrakech Menara è bellissimo, con le sue sale ariose e il suo design futuristico. Il tempo di ritrovarci tutti dopo il controllo del passaporto, fatto il cambio della valuta (10 Dirham corrispondono ad 1 euro) e la navetta con la nostra simpatica guida Hamid, che ci ha accompagnato per tutta la durata del soggiorno, ci aspettavano per condurci al nostro Riad. La città si è presentata, anche solo osservandola dal finestrino del bus, piena di fascino, contraddistinta dal traffico dei suoi motorini sferraglianti, ma incredibilmente bella, coi suoi giardini segreti di palmeti e piscine, aranci e rose. Una città di case una vicina all’altra, risucchiate nei vicoli stretti.
Un tripudio di vita e di colore!
L’inizio di questo viaggio aveva già tutti i presupposti per descriversi memorabile!
Il nostro alloggio
Il Riad SIDI MIMOUNE ,che ci ha accolto a pochi passi da uno dei simboli iconici della città ossia la Moschea della Koutoubia, e a 5 km dall’aereoporto, è stato la nostra piccola oasi felice per ben tre giorni. La nostra camera in perfetto stile marocchino con i suoi colori vivaci, le piastrelle in mosaico e il ballatoio che si affacciava sulla hall circondata da un piccolo ponte con piscina, alberi di banano, divanetti e terrazzate vista centro città, ha reso il nostro pernottamento ancora più magico. Ogni mattina inoltre nel giardinetto principale del Riad ad attenderci c’era una ottima colazione. Tè alla menta, caffè, spremuta all’arancia e dolci tipici marocchini come la Sfenj, una ciambella gustosa croccante cotta nell’olio da accompagnare con zucchero o marmellata, ci dava la carica giusta per affrontare i nostri tour giornalieri.
Un piccolo particolare da segnalarvi che il primo giorno ha “sconvolto” un po’ tutti: se dormite all’interno della Medina non spaventatevi quando verso le 4 del mattino sentirete invocare “Allah Akbar” dagli altoparlanti: è solo il richiamo alla preghiera.
Marrakech è una città che vi ammalierà proprio come un incantesimo. Vi si mostrerà in tutta la sua verità e, quindi, nella sua pura bellezza.
Ecco pertanto quali sono per me le sue bellezze a cui non rinunciare assolutamente.
1.Perdersi nella vivacità dei colori e sapori dei Souk
I souk fanno perdere l’orientamento anche al più esperto dei viaggiatori. È un viaggio coinvolgente indietro nel tempo, che da però la possibilità di immergersi tra banchi di vestiti, lampade luminose, ceramiche, mescolanze di odori, sapori e souvenirs di ogni genere.
Ma cosa sono i souk? Questi rappresentano il centro economico della città arabe e, solitamente, si trovano all’interno delle mura della Medina (città vecchia). Si tratta di mercati organizzati in corporazioni il cui primo obiettivo è lo scambio commerciale. Il souk principale di Marrakech è quello che parte a nord della piazza El Fna, ma ce ne sono diversi più piccoli e di settore sparsi all’interno della Medina.
La sensazione che proverete inizialmente sarà di sentirsi senza bussola e un po’ disorientati. Stare continuamente in allerta per le innumerevoli richieste di acquisti da parte dei commercianti, e dover star attenti a persone, motorini e biciclette sfreccianti, renderà il vostro primo impatto sui souk quasi “destabilizzante”. Il grido “belek!” dei venditori sui carretti carichi di arance grosse come meloni, che vuol dire “pericolo” ,è stata una delle prime parole che ho memorizzato attraversando questi mercati! Eppure basteranno un paio di ore di ambientazione per trasformare le vostre paure in emozioni piene di gioia ed entusiasmo.
Il souk è il centro nevralgico della vera e vissuta quotidianità marocchina.
Coloro che colorano questi mercati sono veri e propri artisti che ne fanno il loro palcoscenico quotidiano: uno spettacolo per gli occhi, una goduria per tutti i sensi, un’esperienza memorabile!
Ma cosa comprare a Marrakech e come contrattare?
I mercati di Marrakech sono così ricchi di materiali, di tappeti variopinti, tajine di terracotta, borsette in paglia, spezie profumate e cibo che avrete l’imbarazzo della scelta su cosa acquistare.
Importante è ricordare che la contrattazione per loro è una parola d’ordine: non dovete subito arrivare perciò a parlare di soldi, dovete prenderla larga per arrivare a fare ottimi affari.
Io ad esempio sono riuscita (dopo una bella “lotta”) ad acquistare per la modica cifra di 40 euro due anelli fatti a mano in argento! ( Sottolineo che il loro prezzo iniziale ad anello era di 180 euro!)
2.Trovare serenità e attimi di silenzio nei giardini di Majorelle e Segreto
Un cielo azzurro acquerello, raggi pungenti del sole che si accoccolavano sulle chiome degli alberi, cinguettio di uccellini che si abbeveravano negli specchi d’acqua, un silenzio quasi palpabile e rigenerante: questo è stato il dipinto animato che ho avuto modo di ammirare nei giardini di Majorelle e nel Giardino Segreto.
Custodito nel cuore della Medina, il Giardino Segreto, ricostruito da due italiani, è uno dei più grandi e antichi Riad della parte vecchia di Marrakech. Un’immersione in un luogo ricco di piante di rosmarini, agrumi e fiori mediterranei accompagna il percorso in questo Paradiso. Ciò che domina più di tutto è però l’elemento dell’acqua attraverso le fontane centrali, vero cuore pulsante della casa.
Al centro un grande padiglione in legno simile a una tenda del deserto, ma tutto decorato e colorato, mi ha fatto immedesimare in una principessa araba.
Il silenzio che avvolge questo Riad è appagante tanto da esser denominato “oasi di pace”. L’ingresso è a pagamento e il biglietto costa 50 Dirham (circa 5 euro).
I giardini di Majorelle, invece, progettati dall’artista francese Jacques Majorelle, furono acquistati poi dal celebre stilista Yves Saint Laurent come luogo di fuga dallo stress lavorativo. Ispirato ai giardini tradizionali marocchini, dato il caldo del Marocco, il colpo d’occhio fin dall’ingresso, ricade sulle tantissime piante grasse di ogni forma e dimensione che lo costeggiano; ma non mancano vasche, un bosco di bambù e tantissime palme. Il Majorelle è un tripudio di blu intenso, sgargiante che mi ha conquistato! Il “blu Majorelle” fu proprio creato dall’artista, e questo in tutti i suoi spazi si antepone con un gioco di ombre e luci con il verde armonioso e il giallo lussureggiante.
Un giardino che più che costruito in mattoni e piante mi ha dato l’idea di essere stato realmente dipinto, come se fosse possibile poter ammirare con l’immaginazione, una volta all’interno, un pittore che disegna contorni e sfumature ad ogni pennellata.
L’ingresso ha un costo di 70 Dirham (circa 7 euro).
3.Avventurarsi in un tour con i dromedari
Il tour sul dromedario è stato un momento indimenticabile. Per un attimo la mente si è staccata da tutti i pensieri che avevo portato dall’Italia, e ho vissuto appieno la bellezza di un paesaggio così incontaminato e l’ebbrezza di un’esperienza così speciale che custodirò sempre nel cuore.
E’ innegabile dire che il primo approccio con il mio dromedario è stato un po’ titubante, ma con la gentilezza e affabilità delle nostre meravigliose guide (Brahim il ragazzino di 17 anni è rimasto nel mio cuore per la bontà d’animo dimostrata e per il suo sorriso aperto e dolcissimo), subito dopo pochi minuti le ansie e i timori sono volati via lasciando solo una forte emozione nel poter vivere questa avventura a 360 gradi. Ah, tra l’altro io e il mio fidato dromedario eravamo in testa a tutta la carovana!
La passeggiata è stata sensazionale: la vista dei palmeti, il tramonto che piano piano accompagnava i passi del dromedario insieme ai battiti del mio cuore, ha reso l’atmosfera così magica che ancora adesso raccontarla mi fa sussultare.
Durante il tragitto ci siamo anche refrigerati all’ombra di una capanna bevendo un ottimo tè alla menta accompagnato da pane marocchino con miele o olio di olive, e deliziosi biscottini della tradizione.
Un’esperienza che consiglio a tutti di provare almeno una volta nella vita.
Se vi chiedete cosa ricorderete in particolare di questo tour, sarà la sua luce. Quella soffusa che ci ha accompagnato nel tragitto, e quella fortissima che filtrava tra le palme scottando la pelle, per arrivare a quella carica di ospitalità e affetto del popolo che ci accolto, raggi tanto pieni che sembrava di poterli toccare.
4.Ammirare il tramonto in piazza Jamaa El Fna
Cuore della città di Marrakech è la piazza di Jamaa El Fna: enorme, pittoresca, solcata da fiumi di folla, chioschi vivaci, e occhi sorpresi e pieni di meraviglia di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Al suo interno, dall’alba alla notte, ci sono una miriade di bancarelle in cui sono esposte merci coloratissime in maniera quasi scenografica! Ci soffermiamo ad esempio davanti a un negozio di tappeti e borse di paglia, con cesti che le contengono impilate come fossero dei ricci.
In questo labirinto di bancarelle e venditori ambulanti, ci imbattiamo anche nei serpenti: una decina di rettili tra cui cobra neri liberi di muoversi a poca distanza da noi!
Questa Piazza è poliedrica e ha la capacità di stravolgere il suo aspetto ad ogni ora: quello più emozionate accade al tramonto, quando la luce del sole si affievolisce lasciando spazio a sfumature che variano tra l’arancio e il rosa pastello.
La vista più suggestiva per poterlo ammirare è dal Grand Balcon du Cafè Glacier. Si accede pagando all’ingresso una bibita a scelta, ovviamente analcolica.
Arrivata lì e seduta ad ammirare quel tramonto il mio cuore ha avuto un sussulto. Posso essere sincera a dire forse uno dei più belli non in compagnia del mare, e lo stormo di uccelli che ne ha fatto da cornice ha reso il tutto ancora più magico. Non volevo essere in nessun altro luogo, se non lì. Godermi quel momento, farlo mio, apprezzarne ogni dettaglio, lasciar volare via ogni pensiero. E’ stato il momento perfetto in cui ho capito che seppur fossi convinta che sembrasse la fine del mondo in un soffio è rinato tutto. In un soffio è rinata la mia me più nascosta.
5.Incantarsi alla La Mamounia
Lusso, bellezza, arte ed eleganza quattro aggettivi che racchiudono la vera essenza del miglior hotel d’ Africa La Mamounia.
Una struttura che unisce Art decò e stile arabo, salottini con arredamenti raffinati, numerose boutique, spazi incantati, e tante suite. Un vero sogno ad occhi aperti!
Un sogno realizzabile gratuitamente poiché le visite sono permesse ogni giorno, ma non nel weekend. Il giardino che la circonda è altrettanto fantastico: acri di agrumeti, ulivi, piscina enorme, rose in fiore e uno splendido bar in un padiglione del ‘500 con tavolini all’aperto.
Ma cosa cercava più di tutto Veryblond in questo hotel? La meravigliosa spa!
Un divanetto a baldacchino sospeso su una piscina azzurra ghiaccio con colonne variopinte e colonne portanti imponenti. Un colpo d’occhio che affascina e fa innamorare.
Uno scatto qui non me lo sono fatta sfuggire ma conto di ritornarci un giorno e potermi godere questo angolo di relax per più tempo.
6.Innamorarsi dei colori del palazzo El Bahia
Il Palazzo El Bahia è un vero capolavoro dell’architettura marocchina.
La struttura è suddivisa e attorniata da meravigliosi giardini e cortili in cui i colori dominanti sono il blu, giallo e marrone. Tetti in legno intagliato, e coloratissimi mosaici di maiolica vi faranno restare sempre con il naso all’insù; passeggiando invece da un ambiente all’altro alberi di banano e gelsomini vi estasieranno grazie ai loro profumi esotici.
Il palazzo fu realizzato 130 anni fa dal gran visir Ba Ahmed su un quartiere preesistente che rase al suolo. Si chiama Bahia perché il Visir era sposato con 4 mogli, una per ogni razza che c’era in Marocco: berbera, araba, aracini e ebraica; la sua preferita si chiamava proprio Bahia.
Un mix di storia, arte e magnificenza che catturano ogni visitatore.
7.Incantarsi dinnanzi alle moschee
Il fascino che si vela attorno alle moschee ha sempre quell’aurea di magia che cattura e incanta. Il nostro Riad che sorgeva a pochi minuti dalla moschea più grande di tutta Marrakech, ci ha permesso di poter godere fin da subito della bellezza della Moschea della Koutoubia con un minareto alto 77 metri.
La sua magnificenza si erge tra le innumerevoli palme che la circondano. E’ decorata con finestre curve e da rilievi, pitture e maioliche verdi e azzurre. La grande Moschea si apre su una piazza con giardini in stile marocchino e, durante la sera, regala il meglio di sé. La sua struttura ispirò la Giralda di Siviglia ( che ho avuto modo di visitare anni fa e mi ha letteralmente fatto innamorare) e la Torre di Hassan a Rabat.
8.Assaporare cibi marocchini
Adesso che vi ho raccontato cosa vedere a Marrakech, andiamo dritti al punto! Che si mangia?
La cucina marocchina è un’esaltazione di verdure accompagnate dagli aromi orientali di cannella, coriandolo e zafferano che con un continuo abbraccio avvolgono l’atmosfera circostante.
I sapori e gli odori di questa cucina tipicamente e per vocazione popolare iniziano partendo dai souk. Qui nei mercati sarete assaliti da fragranze, odori e sapori di una cucina che invita facilmente agli assaggi!
Il pane è un altro alimento che troverete sempre, caldo e invitante, addolcito dalla semola e dal sesamo.
Altro piatto tipico sono le Tajine, ossia tutto quello che viene cotto nella particolare pentola di terracotta con coperchio conico che dà il nome al piatto. Si possono assaggiare Tajine di carne o di pesce, di agnello o di sole verdure. Io che non amo e non mangio carne ho sempre scelto quest’ultimo e il sapore era davvero delizioso .
Ma ciò a cui non potrete assolutamente rinunciare è il Cous Cous: piatto preparato con granelli di semola cotti al vapore e conditi con un mix speziato di verdure o di carne.
Vi suggerisco però di lasciare sempre uno spazio per il dolce.
Tipici soprattutto nel momento della colazione sono i baghrir, anche detti “crêpes mille trous”, ovvero, crêpes mille buchi, a causa della superficie interamente bucherellata. Un impasto di semola, acqua, farina e lievito: leggere, assolutamente perfette con un velo di burro e uno di marmellata.
Non solo cibi speziati ma in ogni posto in cui vi fermerete a mangiare o a comprare vi offriranno un te. Quello tipico aromatizzato alla menta, lo shai bi nana, bevuto bollente in bicchierini di vetro decorati. Quasi sempre a questo vi verranno serviti anche in segno di benvenuto e ospitalità i “corni di gazzella”, piccoli dolci con una base di mandorle tritate, cannella e acqua di fiori d’arancio: sedetevi, rilassatevi e godeteveli!
Ecco le mie Mille e Una notte a Marrakech e spero di avervi fatto sognare anche solo la metà di quanto io abbia fatto vivendola.
Di questa città mi resteranno le serate calde trascorse sulle terrazze dei ristoranti della Medina, le persone che mi hanno circondato, che hanno condiviso questo viaggio, quelle che ho incontrato. I colori delle stoffe dei souk e quelli del tramonto sulla piazza Jmaaa el Fna che si sono impressi sulla tela della mia vita. Mi resteranno i roseti curati, le palme, i mosaici.
Mi resteranno i sorrisi carichi di meraviglia, nel vederci distanti dalla loro cultura, dei bambini in strada. La cordialità e disponibilità della nostra guida Hamid. Mi resteranno i ricordi delle nottate a ridere e scherzare, i ricordi emozionanti nel deserto in groppa ad un dromedario. I profumi degli aranci, della marmellata a prima mattina nel Riad, del tè alla menta.
Perché ogni viaggio ha questo potere: ci colora.
Alcuni dipingono, altri lasciano tratti forti e decisi anche negli anni. Poi ci sono quelli come questo di Marrakech che mi ha colorato non solo seguendo i miei contorni ma ha riempito tutti i miei spazi bianchi. Ed alla fine ho capito che sono stata io ad aver attirato a me quei colori, e tutti questi costituiranno il disegno di ciò che sto diventando.
Lasciate che ogni viaggio, ogni esperienza, ogni “si” riempi di luce altre tele del vostro io, e non accettate colori in meno di quanto quelli che siate disposti a donare.
GRAZIE MARRAKECH.
Vi ricordo che potete curiosare tutti i miei scatti sul mio profilo Instagram @veryblond